Tradotto dal castigliano significa l’uomo zerbino. Andiamo per gradi. Fino a qualche anno fa, soprattutto in Italia, se si pensava alla Spagna si immaginava il paese dei toreri, degli uomini macho e dei passionali ballerini andalusi di flamenco. Nel resto del mondo la maggior parte delle donne delle altre nazioni, dopo ad un italiano, ha sempre sognato di sposarsi con uno spagnolo, magari un andaluso prestante, caliente e sanguigno. Questo luogo comune tuttora sussiste, soprattutto nelle persone (soprattutto di sesso femminile) che mai sono state sino ad oggi in Spagna e idealmente immaginano che la popolazione spagnola abbia le sembianze fenotipiche di Antonio Banderas, se maschio, o di Penelope Cruz, se femmina. La realtà purtroppo è piuttosto diversa da questa scenario immaginario, direi quasi ormai ancestrale. Il macho iberico sicuramente esiste ancora, tuttavia è una razza in via di estinzione, confinato in qualche finca isolata dell’Andalusia. La triste verità odierna vede invece l’uomo spagnolo mediamente piuttosto sottomesso alla donna spagnola, più micio che macho: questo nuovo assetto sociale è conseguenza della crisi immobiliare iniziata dieci anni fa e delle politiche sociali implementate dal peggior primo ministro spagnolo di sempre ossia Josè Luis Rodriguez Zapatero. Il movimento e l’emancipazione femminista sono molto presenti ed aggressivi nella vita di tutti in giorni in Spagna, vi basta pensare che durante la passata estate successi musicali ballati in tutto il mondo come Despacito (Luis Fonsi) o Subeme la Radio (Enrique Iglesiasi) sono stati messi al bando in terra iberica in quanto considerati inneggianti al machismo (maschilismo).
Una rilevante parte della popolazione femminile in Spagna è dichiaratamente femminista radicale, decisamente aggressiva e poco accondiscendente rispetto alle italiane o alle francesi. Vi basta pensare che in Spagna l’uomo italiano è considerato per default un maschilista, senza tante distinzioni. L’unico dittatore sopravvissuto a tutto ed a tutti in Europa è stato Francisco Franco, che ha governato la Spagna dal 1939 al 1975 imponendo i valori del cattolicesimo nazionale (Dio, Patria e Giustizia). Al pari di Mussolini in Italia, vi sono milioni di persone in Spagna che ancora ad oggi lo ricordano con devozione ed ammirazione. Proprio come in Italia, anche in Spagna si sta pensando ad una legge per la rimozione di tutto quello che sia riconducibile storicamente al periodo franchista. A fronte di questo passato ed imprinting politico a che cosa si deve allora l’esuberanza e la spocchiosità femminista iberica ? Come già anticipato prima, le cause possono essere ricondotte ad un uomo ed alle sue infelici convinzioni sociali ed economiche. Zapatero ha governato dal 2004 al 2011, sin dagli inizi ha sempre cercato la vendetta nei confronti del regime franchista (il nonno fu condannato a morte), per questo ha varato le leggi sociali più progressiste in tutta Europa con il fine di indebolire la Chiesa Cattolica ed i suoi ideali di famiglia cristiana. A Zapatero sono infatti attribuite le leggi che regolano le coppie di fatto, i matrimoni fra persone dello stesso sesso, l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso ed il diritto all’aborto, oltre alla surrogazione della maternità (l’affitto d’utero).
Il maschilismo sta al franchismo come il femminismo sta al zapaterismo: l’unica differenza tangibile che si può osservare tra i due diversi approcci al governo della nazione è che mentre il franchismo ha mantenuto unita la nazione e rafforzato la sua identità sociale (ricordiamo gli Anni Settanta e le loro problematiche sociali), lo zapaterismo è andato dalla parte completamente opposta. Tuttavia non sono bastate delle leggi a sfondo politico a cambiare il rapporto nella società tra uomini e donne: sono state necessarie anche alcune leggi di mercato. Con il Governo Zapatero inizia a gonfiarsi la bolla immobiliare grazie alla spinta propulsiva priva di controllo dell’edilizia privata. Qui bisogna aprire una parentesi per comprendere come la politica sia responsabile della formazione della bolla immobiliare. L’imposta di registro in Spagna (Impuesto sobre Transmisiones Patrimoniales y Actos Juridicos Documentados), che può arrivare anche al 10% come nella Comunità Valenciana o Andalusa, viene incassata dalla stessa comunità autonoma che la impiega per investimenti infrastrutturali sul territorio della comunità. Questa competenza perversa ha prodotto le condizioni per il formarsi della bolla immobiliare: infatti il politico di turno concede i permessi a costruire senza tante considerazioni, sapendo che si trasformeranno in flussi finanziari da utilizzare per aumentare il proprio prestigio politico in quanto il denaro verrà impiegato per appunto la realizzazione di qualcosa che l’elettore può vedere, toccare e sfruttare.
Un immobile che valeva 250.000 euro produceva infatti anche 25.000 euro di imposte per la comunità in cui l’immobile ha competenza territoriale. Questo spiega il fenomenale boom infrastrutturale che ha avuto la Spagna tra il 2004 ed il 2009 con alta velocità ferroviaria, nuovi aeroporti e nuove autovie stradali di comunicazione. Pertanto l’edilizia privata e l’indotto che questa produce in quegli anni trainano l’economia spagnola come un carro di tori senza cocchiere: i lavori più ben remunerati all’epoca riguardano proprio tutto quello che era ad essa collegato (idraulico, elettricista, muratore, falegname, movimento terra e cosi via). Fatalità mestieri a cui quasi sempre si dedicano gli uomini. Molti ragazzi per questo consci del momento economico felice che sta vivendo il loro paese, rinunciano a studiare e si buttano subito nel mondo del lavoro senza tanto pensare al conseguimento di un titolo di studio. Per dirla in termini pratici, un idraulico all’epoca (più di dieci anni fa) guadagnava molto di più di un giovane avvocato. Le donne in Spagna invece entrano nel mondo del lavoro più tardi, perchè generalmente studiano più dei loro coetanei maschi: i lavori non faticosi fisicamente infatti richiedono una preparazione professionale teorica. Quando nel 2008 iniziano i default immobiliari (costruttori, banche in difficoltà, forniture non pagate e cosi via) la Spagna conosce la dimensione di un nuovo incubo: disoccupazione giovanile ai massimi in Europa oltre alla crisi bancaria nazionale. Chi lavorava nel settore delle costruzioni, dei servizi immobiliari ed in ogni altro servizio indotto entra in poco tempo nelle fila del paro (il sussidio di disoccupazione in Spagna) che può oscillare dai 250 ai 400 euro al mese a seconda della propria contribuzione precedente.
Coppie giovani che si erano sposate negli anni prima con livelli di reddito più che decorosi, conoscono velocemente il disagio economico. Mentre l’uomo disoccupato rimane a casa sul divano, la donna riesce a riciclarsi più facilmente sul mondo del lavoro, grazie al conseguimento di un titolo di studio e ad una maggior duttilità lavorativa: riesce infatti a trovare lavoro come cameriera, baby sitter, badante o lakelly (donna delle pulizie, dallo spagnolo stringato, la que limpia). Succede pertanto qualcosa di unico: l’uomo rimane senza possibilità di lavoro (avendo una formazione scolastica praticamente minima) con un misero sussidio di disoccupazione, mentre la donna si fa garante della sostenibilità economica del nucleo familiare essendo l’unica ad avere un reddito certo e sufficientemente congruo per il sostentamento di un nucleo familiare. Considerando che l’appartenenza al paro si può protrarre per diversi anni, la donna inizia a sostituirsi all’uomo essendo la sola a percepire un reddito: questo nuovo assetto socioeconomico impatta ovviamente negli equilibri della vita di coppia di tutti i giorni. Provate a immaginare la scena in famiglia: sono io che tiro avanti la famiglia, tutto dipende da me, tu è meglio se te ne stai zitto e continui a guardare la televisione sul sofà, decido io cosa si deve fare adesso. Pensate alle giovani coppie che hanno contratto un mutuo e quest’ultimo viene onorato ogni mese solo grazie allo stipendio o salario della donna che riesce in qualche modo a lavorare grazie alla sua maggior duttilità per il mondo del lavoro. Secondo voi se questo assetto si protrae per molto tempo (anni), quanto si dovrà aspettare prima che la donna arrivi a dire che è lei a portare i pantaloni in casa perchè è lei che paga da anni il mutuo ? Da qui l’espressione di hombre felpudo, molto in voga in Spagna soprattutto per le giovani coppie che si sono formate (ed anche separate) durante il primo decennio del 2000, quando la Spagna sembrava un nuovo Klondike. In ambito sociologico, si parla invece di una intera generazione di maschi completamente perduta. Non si capisce a questo punto se la si definisce tale, perchè qualche milione di giovani maschi iberici abbia perduto il proprio lavoro e il proprio progetto di vita oppure perchè abbia perduto la propria identità sociale accettando l’idea di convertirsi in un hombre felpudo.