Il successo e la prosperità nei mercati finanziari è frutto di una combinazione osmotica tra tecnica e disciplina. Se dovessi dire quale tra le due paga sempre nel lungo termine direi indubbiamente la disciplina. Le tecniche di day trading e di money management infatti possono pagare con costanza in condizioni di mercato convenzionali, quindi in assenza di eventi o fenomeni che difficilmente si possono prevedere. La disciplina invece paga sempre, possiamo dire che rappresenta la migliore assicurazione per garantire la sopravvivenza nel lungo termine quando si opera in qualità di operatori professionisti sui mercati finanziari. In questi ultimi sei mesi abbiamo avuto modo di soppesare l’importanza della disciplina sulla tecnica proprio osservando ed analizzando l’andamento delle criptovalute. Lo scorso anno si enfatizzava ed osannava oltre ogni buon senso la progressione rialzista che contraddistingueva tutto il settore delle criptovalute, il quale ovviamente aveva all’epoca come suo miglior rappresentante il Bitcoin. Durante gli ultimi dodici mesi è andato in scena uno spettacolo molto interessante ed istruttivo sul piano formativo, lo possiamo per semplicità dividere in due tempi: il secondo semestre del 2017 ed il primo semestre del 2018. Nel primo tempo è andata gonfiandosi la bolla finanziaria sulle criptovalute che ha portato il Bitcoin a raggiungere i 20.000 USD e questo ha per correlazione positiva alimentato al rialzo tutte le altre altcoins. I media con la loro stucchevole ridondanza hanno alimentato la bolla spingendo persone sprovvedute a buttarsi sul mercato alla ricerca del denaro facile.
Nel secondo tempo abbiamo assistito allo scoppio della bolla con la lenta e progressiva fuga dei retailers dal mercato che hanno affossato le quotazioni riportandole quasi ai livelli di metà 2017. Pertanto possiamo dire che ci troviamo nelle medesime condizioni di mercato (capitalizzazione e volatilità) della scorsa estate. Ovviamente le quotazioni sono in molti casi ancora superiori ai livelli di dodici mesi fa: questo è dovuto all’ingresso come più volte menzionato di smart investors durante la caduta delle quotazioni i quali mantengono e preservano le loro posizioni. Tali attori di mercato hanno operato nel rispetto di una ferrea disciplina per il successo e gestione dell’investimento: la probabilità di guadagnare è a vostro favore tanto più elevata quanto più elevata è la volatilità di mercato. Sul piano pratico significa acquistare o vendere (per chiudere una posizione in profitto) ogni qualvolta si manifestino giornate di panic selling o fasi di mercato con euforia irrazionale. In entrambi i casi si scontrano al loro opposto due emozioni umane: la paura di perdere e l’avidità di guadagnare. Il successo di un investimento spesso deriva dalla accortezza a posizionarsi sul mercato o ad uscire dal mercato quando si verifica platealmente una di queste due emozioni durante una o più giornate di negoziazione. Il mercato delle criptovalute a seguito dello scoppio della bolla finanziaria ha modificato nuovamente la sua genetica, sta pertanto vivendo una nuova mutazione che dovrebbe migliorare notevolmente la credibilità e la volatilità del mercato stesso.
Infatti man mano che sono usciti i disperati alla ricerca del denaro facile, specularmente sono entrati con disciplina gli smart investors i quali hanno un approccio attendista sull’evoluzione del mercato. Si ha ormai la consapevolezza che molto presto avremo i primi interventi del regolatore per normare il settore, il che sul piano finanziario apre le porte al denaro degli operatori istituzionali. Ad esempio in queste settimane il parlamento maltese sta predisponendo la redazione del Virtual Financial Assets Act (VFAA) che consentirà per la prima volta al mondo di avere un envinronment protetto tanto per chi investe tanto per chi fruisce dei digital assets. Non a caso Malta ormai è stata denominata the blockchain island in forza della sua missione strategica di trasformarsi nel primo crypto-friendly regulatory environment di tutto il mondo: recentemente grandi exchange come Binance e BitBay si sono insediati nell’arcipelago maltese con l’intento di beneficiare per primi di questa opportunità strategica. In seconda posizione abbiamo anche Gibilterrra, tuttavia quest’ultima essendo estranea alla UE riduce sensibilmente il suo appeal. Sappiamo con presunzione che entro dieci anni le criptovalute saranno presenti nei portafogli degli investitori retail proprio come avvenne per gli ETF all’inizio del loro lancio, rappresenteranno infatti un asset negativamente decorrelato ai mercati tradizionali all’interno dei portafogli.
Naturalmente non tutte le criptovalute, ma solo quelle che effettivamente serviranno a qualcosa o soddisferanno un qualche bisogno o necessità finanziaria. Il Bitcoin probabilmente si trasformerà in una sorta di commodity finanziaria che in astratto farà da indice di riferimento per tutto il mondo crypto. Si stima che circa i 2/3 delle attuali criptovalute, soprattutto gli utility tokens, scomparirà in quanto inutile, obsoleto o fallimentare. Il tutto mi ricorda proprio il periodo posteriore allo sboom del Nasdaq, durante il quale iniziò una lenta ed inesorabile selezione naturale tra le aziende che effettivamente producevano beni e servizi di una qualche utilità nei confronti di quelle società quotate che avevano corso solo per il fatto di essere all’inizio dell’euforia irrazionale considerate genericamente come società dot.com. Chi ricerca in questo momento storico degli assets che possano replicare per analogia le performance di titoli al pari di Netflix & Company dovrebbe iniziare a costruirsi un proprio portafoglio di altcoins selezionate sulla scorta di una selezione dei migliori business model al momento in fase di elaborazione e sviluppo. Queste ultime potrebbero infatti in cinque anni diventare le bluechip di nuova generazione che tutti vorranno avere in portafoglio. Per rispondere alle varie istanze formulate dei lettori nelle precedenti settimane ho provveduto a redigere un nuovo report finanziario denominato Altcoins & Digitals in cui oltre che analizzare ed estrapolare quelle ritenute potenzialmente più interessanti vengono anche illustrati i vari passaggi pratici che permettono di acquistare e segregare tali asset digitali mediante il proprio conto bancario online.