In Spagna si è iniziato a parlare alla televisione del Movimento delle Sardine come una variante italiana degli indignados del 2011 ossia quel noto movimento di protesta sociale iniziato dal basso manifestando nelle piazze l’astio ed il ribrezzo per il governo socialista di allora guidato da Luis Zapatero (ormai indiscusso peggior primo ministro spagnolo di sempre), reo di aver messo in ginocchio il paese iberico per la disinvoltura con cui è stato facilitato e spinto lo sviluppo immobiliare residenziale oltre che per aver lasciato fare ai grandi speculatori. Vi rimando a questo redazionale di qualche anno fa che spiega come una crisi immobiliare si è potuta trasformare in una crisi finanziaria e bancaria con ripercussioni socioeconomiche. Gli indignados erano per lo più giovani appartenenti alla Generazione Mille Euro, i quali riuscirono a organizzare la protesta su 58 piazze spagnole in poche settimane dopo la prima manifestazione del 15 Maggio 2011 a Madrid (a tal proposito in terra iberica sono conosciuti come il Movimento del 15-M). La protesta giovanile è stata organizzata online tramite la piattaforma digitale denominata Democracia Real Ya ! la quale aveva aggregato attorno a sè dozzine di associazioni studentesche spagnole al grido di Juventud Sin Futuro (Gioventù Senza Futuro).
Sin dall’inizio i portavoce del movimento hanno sempre detto di essere apolitici e di non essere interessati alla politica in quanto ormai votare doveva essere considerato inutile (all’epoca la Spagna si reggeva politicamente sullo storico bipartitismo tra Partito Socialista e Partito Popolare). In Italia pochi sanno che proprio dalle proteste giovanili del 15 Maggio 2011 sono nati politicamente alcuni dei peggiori giovani politici spagnoli contemporanei come Pablo Iglesias (fondatore e leader di Podemos, finanziato da Maduro), Ada Colau (Sindaco di Barcellona, grazie a lei la capitale catalana è diventata la città più pericolosa di Spagna) e Inigo Errejon (co-fondatore di Podemos e ora leader del recente spin-off politico chiamato Mas Pais, potrebbe tranquillamente essere l’alter ego iberico di Alessandro Di Battista). Gli indignados in Spagna sono storicamente molto importanti in quanto con la loro emersione e la loro offerta politica radicale (molti si considerano marxisti leninisti) è cambiato per sempre ed in peggio l’equilibrio politico in Spagna: infatti ora a seguito della presenza di numerose nuove forze politiche inconsistenti il paese iberico è diventato politicamente instabile. Il quadro è talmente gravoso che in Spagna i giornali nazionali usano ormai il termine di “italianizzazione” del Congresso dei Deputati, per far comprendere l’importanza per una nazione di non avere troppa frammentazione politica.
Anche le sardine italiane sono nate nelle piazze tramite il ricorso al tam tam dei social network orchestrato da alcune associazioni giovanili studentesche di Bologna. La televisione italiana in pochi giorni è arrivata a garantire loro una visibilità mediatica degna dell’arrivo di navicelle aliene sulla capitale italiana. Tutta questa attenzione mediatica dovrebbe far preoccupare, non tanto per le patetiche e frivole richieste di queste giovani sardine che fanno comprendere come siano il nulla alla massima espressione, quanto piuttosto per la tempistica e le modalità della loro improvvisa comparsa sulla scena politica italiana. Di improvvisato infatti non vi è proprio nulla, caso mai l’esatto opposto. Perchè la loro comparsa ? Chi ne gioverà ed a chi servono strumentalmente ? Servono a Romano Prodi, l’esponente politico più potente all’interno di quello che resta della sinistra italiana. Dietro alle quinte della politica italiana si stanno scontrando astrattamente due titani per la corsa alla Presidenza della Repubblica nel 2022: Romano Prodi e Mario Draghi. In questo momento se si votasse per l’elezione del capo dello stato probabilmente Draghi avrebbe la meglio senza tanti grattacapi a fronte della attuale composizione del parlamento italiano ed una sinistra platealmente priva di identità, senza dimenticare anche il recente endorsement di Salvini per lo stesso Draghi.
Ma nel 2022 Mario Draghi sarebbe ancora il candidato più papabile ? Probabilmente la sua elezione sarebbe messa in discussione, soprattutto se nel frattempo vi fosse stata una nuova elezione politica in grado di stravolgere l’arco parlamentare, grazie ad una nuova coalizione di forze politiche legate ad una sinistra rinnovata nella sua immagine, nella sua dialettica e nella sua rappresentazione politica. Per questo motivo si stanno osannando mediaticamente le sardine oltre ogni ragionevole buon senso. Chi vive a Bologna è ben conscio di come questi ragazzi siano stati già etichettati come i Prodi Boys. Le elezioni regionali dell’Emilia Romagna rappresentano pertanto un primo banco di prova per testare la validità di questa nuova marketing strategy: le stesse sardine sono talmente svampite da non rendersi conto di essere state strumentalizzate per il conseguimento di obiettivi di terzi. Di certo tutta la scandalosa attenzione mediatica che stanno ricevendo non è riconducibile ai loro insulsi proclami. Pertanto è molto probabile che il loro leader (Mattia Santori) si convertirà in un nuovo Pablo Iglesias o Inigo Errejon italiano supportato ed aiutato da tutto l’establishment politico italiano che vuole Prodi alla Presidenza della Repubblica. Le prossime elezioni del Presidente della Repubblica saranno più importanti delle prossime elezioni politiche in quanto in Italia la prima carica dello Stato è considerata ormai come l’ultimo avanposto di contenimento costituzionalmemte concepito per contenere e ridimensionare la deriva populista della nazione: almeno questo secondo le elite della sinistra radical chic.