L’economia in senso lato può essere considerata come un insieme di dottrine tra loro in competizione che si occupano ognuno di descrivere ed analizzare l’utilizzo delle risorse presenti in un determinato ambiente in cui interagiscono più entità (persone, istituzioni, imprese) al fine di soddisfare necessità tanto di natura individuale che collettiva. Proprio per questa peculiarità, possiamo definire l’economia come una scienza con un elevato risvolto sociale, se non addirittura una scienza sociale de facto. Studiare l’economia significa studiare le persone, capire che cosa le spinge a fare determinate scelte di vita, quali bisogni primari e secondari desiderano soddisfare per primi, che cosa li spaventa e che cosa li attrae o li fa sognare. L’andamento dei mercati finanziari, al di là di occasionali momenti di irrazionalità, presuppone proprio questo assunto ovvero come il comportamento dei consumatori, tanto emotivo quanto convenzionale, rappresenti il principale driver della dinamica delle quotazioni degli strumenti finanziari. Il modo in cui spendiamo il denaro, per acquistare beni e servizi che riteniamo soddisfino determinate nostre esigenze, diventa quel generatore in grado di produrre tanto crescita economica sostenibile quanto il formarsi di bolle finanziarie, a seconda di come questa attività di consumo si manifesta e soprattutto su chi sono i soggetti che consumano in relazione alle proprie effettive disponibilità economiche. Per questo motivo chi desidera effettuare previsioni di medio termine sul fronte economico deve, in prima battuta, conoscere profondamente le persone, la composizione e dinamica demografica del tessuto sociale in cui è immerso, oltre alle aspettative di (presunto) benessere che hanno le varie classi sociali che compongono una specifica popolazione o una singola area macroeconomica.
Questa attività di studio può essere tanto di matrice scientifica o teorica mediante la lettura di testi e manuali di portata accademica, sempre più spesso fumosi e sterili, quanto empirica ossia di approccio induttivo mediante anche la semplice osservazione visiva. La crisi dei mutui subprime di otto anni fa rientrava proprio in questa seconda casistica: mentre docenti universitari e fanfaroni della politica si nascondevano dietro a statistiche artefatte sostenendo che l’economia statunitense era sana e sostenibile, altri interlocutori con un approccio più empirico (analisti, gestori di patrimoni, broker) ammonivano del crash finanziario che stava dietro l’angolo, semplicemente osservando e contemplando la loro realtà circostante. Sempre rispetto all’approccio accademico ortodosso, oggi possiamo contare su dozzine e dozzine di contenitori di informazione induttiva non convenzionale come ad esempio alcuni reality e talk show che aiutano a decifrare e categorizzare la composizione demografica della società in cui siamo immersi. La televisione americana (quella in chiaro) da questo punto di vista è una miniera a cielo aperto con costi di accesso pari a zero. Tra le tante trasmissioni televisive, che sono categorizzate come trash tv, ossia televisione spazzatura, ve ne sono alcune che a mio avviso dovrebbero essere seguite e studiate da tutti gli aspiranti analisti economici e futuri economisti contro corrente. Quella che seguo con maggior interesse ed anche divertimento è Hardcore Pawn che va in onda su TruTV nella televisione statunitense, ricevibile via satellite, oppure visibile nella versione con traduzione italiana sul canale DMAX. Una ulteriore alternativa è anche il canale digitale spagnolo MEGA che ovviamente trasmette ogni puntata in lingua spagnola.
Sostanzialmente si tratta di un reality show girato all’interno della più grande casa di pegno di Detroit (ed anche del mondo) denominata American Jewelry and Loan: la versione italiana è stato ridenominata scherzosamente il Banco dei Pugni. Questa trasmissione televisiva a mio avviso è molto istruttiva proprio sul piano socioeconomico per chi studia economia. Infatti consente di conoscere una realtà che si trova a numerose migliaia di chilometri dal nostro Paese, una realtà che purtroppo ci troveremo a vedere e vivere entro massimo dieci anni proprio come se fossimo negli Stati Uniti. Proprio come hanno proliferato in Italia le lavanderie a gettoni in questi ultimi anni (di piena importazione statunitense), allo stesso modo entro il medesimo spazio di tempo vedremo nelle città italiane anche i pawn shop, i quali sono tipologie di attività commerciali regolamentate che ancora da noi non esistono ed in alcun modo possono essere confuse con i monti di pietà che invece rimangono istituzioni finanziarie a tutti gli effetti. Con il programma Hardcore Pawn potete comprendere l’effettiva consistenza della società americana e la sua deriva sociale di cui oggi la low class people (la bassa borghesia) rappresenta il principale attore e motore dei servizi di pegno. Chi si rivolge al pawn shop solitamente è per la maggiore un afroamericano, un ispanico e qualche volta un asiatico: in buona sostanza le maggioranze etniche che oggi costituiscono più del 60% della popolazione americana.
Le scene tratte dalla trasmissione in parte sono patetiche in parte sono molto esaustive: potete vedere di tutto, da chi porta il vecchio televisore a tubo catodico e pretende 100 dollari di premio (generalmente è sempre un afroamericano) fino a chi offre in pegno gioielli di varia natura (di solito ispanici) sostenendo con la solita frase di rito che li ha ereditati dalla nonna o dalla zia. Il programma televisivo mostra spesso anche momenti di tensione e contestazione tra i proprietari e la clientela in merito al riscatto del bene precedentemente dato in pegno o alla sua quantificazione economica in caso di cessione in pegno. Le puntate più avvincenti che ricordo sono quelle che hanno ripreso qualche afroamericano che si è presentato in negozio con un presunto avvocato (solitamente dalle sembianze asiatiche o ispaniche) avanzando farlocche richieste di risarcimento, fantasiose restituzioni della merce o addirittura minacciando a livello fisico i proprietari del pawn shop qualora non restituissero immediatamente quanto in precedenza consegnato in pegno. Il negozio ovviamente è presidiato all’interno da vigilantes e guardiani degni della stazza di Lennox Lewis che intervengono prontamente quando il clima diventa incandescente e si rischia la rissa tra titolari e clientela. Questo tipo di esercizio commerciale, il pawn shop, al pari della lavanderia a gettoni, è rappresentativo di un significativo deterioramento ed impoverimento sociale: leggetevi questo mio precedente redazionale per capire che cosa è accaduto a Detroit negli ultimi vent’anni. L’America anticipa sempre tutti i paesi ad economia avanzata, con una tempistica di circa due decenni. Si tratta di aspettare ed il tutto lo vivremo anche noi italiani, a dimostrazione di un continuo ed inesorabile processo di impoverimento sociale che sarà intensificato ed accelerato anche in conseguenza dell’invasione immigratoria pianificata che si protrarrà ancora per diversi anni.