La crypto economy ha iniziato un nuovo rinascimento, con il 2021 stanno arrivando i capitali di operatori istituzionali un tempo scettici su Bitcoin & Company. La crypto economy appare ormai matura per un salto quantico epocale: la capitalizzazione di mercato complessiva ha superato abbondantemente il trilione di dollari (mille miliardi) e le aspettative di crescita non sembrano affatto messe in discussione. Anzi. Il cambio di genetica è stato reso possibile proprio dalle convinzioni tematiche di investimento strutturale di alcuni grandi attori di mercato che stanno dirottando ingenti flussi di capitale di rischio nei confronti delle criptovalute con il più elevato potenziale di mass adoption. Citiamo il caso di Greyscale Bitcoin Trust, MicroStrategy e Galaxy Digital che appartengono ormai al gotha finanziario mondiale denominato Bitcoin Treasuries: un pool annoverato di attori di mercato che detengono oltre il 6% della quantità di moneta effettivamente ancora disponibile.
Appare sempre più plausibile che il 2021 sarà l’anno che consacrerà Ethereum più che Bitcoin: questa presunzione si fonda su quattro temi di analisi strutturale. Se Bitcoin è stato più volte denominato come una sorta di oro digitale, allora ETH deve essere considerato come il nuovo petrolio digitale. La blockchain di Ethereum in tal senso può essere considerata come un gigantesco oleodotto in cui all’interno scorre il nuovo digital oil ossia ETH, vale a dire il token nativo della blockchain di Ethereum. Oltre il 90% delle digital application e dei crypto project al mondo sono sviluppati su Ethereum, proprio come nella realtà fisica senza petrolio non si possono avere le automobili e qualsiasi sorta di consumer goods, anche nella criptosfera senza petrolio digitale non si può fare niente.
La progettazione ed il successivo lancio di ETH 2.0 che per semplicità espositiva rappresenta il passaggio dal protocollo di validazione POW (Proof of Work) a POS (Proof of Stake) catapulterà il mondo intero sulle potenzialità del nuovo network, il quale sarà più scalabile, più efficiente e soprattutto meno oneroso. Questo significa dire addio ai gas fees insostenibili che al momento impediscono di fatto l’adozione pratica di numerose applicazioni nel settore FinTech e De-Fi. Inoltre possiamo comprendere sempre di più dell’importanza di Ethereum in forza dell’imminente lancio dei futures al CME (Chicago Mercantile Exchange) che renderanno la seconda criptovaluta al mondo facilmente investibile per qualsiasi fondo di investimento: questo aumenterà ancora di più la institutional mass adoption. Ulteriori rumors di mercato fanno presumere anche di una possibile autorizzazione all’emissione di un ETC a replica fisica (nel senso digitale del termine). Vi è di più: proprio ETH 2.0 potrebbe massacrare definitivamente quelli che in più occasioni sono stati battezzati come gli Ethereum Killers o alternativamente Ethereum Contenders ossia crypto project in grado di erodere consistenti quote di mercato ad Ethereum.
Ricordiamo a tal fine i dieci principali contenders al momento: Polkadot, Algorand, Solana, Ziliqa, NEO, Cardano, EOS, Tron, Tezos e Near Protocol. Ognuno di questi progetti potrebbe trovarsi nelle condizioni di individuare una propria nicchia di mercato per poter sopravvivere in forza di un ETH 2.0 più scalabile e più efficiente. Per chiudere non possiamo citare anche l’arrivo di numerose Crypto Venture Capital Company che rappresentano fondi di investimento interessati anche a partecipare alla crescita di ogni singolo digital asset in cui decideranno di investire. I loro capitali potrebbero letteralmente far esplodere il prezzo di Ethereum a livelli che sono stati cosi individuati da Coinswitch: già 2.000 dollari entro il 2021, mentre un range di oscillazione tra 5.000 e 10.000 dollari entro il prossimo 2025. Ovviamente per arrivare a queste quotazioni sarà fondamentale non assistere alla cannibalizzazione del mercato di ETH proprio da parte degli attuali contenders o di quelli che improvvisamente potrebbero arrivare nei prossimi anni.