Dal punto di vista mediatico i prossimi mesi ci permetteranno di assistere all’apoteosi del qualunquismo cattocomunista e della propaganda radical chic. A mio modo di vedere dobbiamo imparare a metabolizzare il tutto come se fosse una sorta di nuovo reality dal taglio molto comico: penso sia l’unico modo per passare l’inverno senza avere la nausea ogni volta che ci si sintonizza su un emittente nazionale per ascoltare un approfondimento sui principali fatti di cronaca. Adesso infatti tutta l’attenzione mediatica è focalizzata sul muro in costruzione in Ungheria e sulla sua principale funzione ovvero fermare l’avanzata e l’ingresso di clandestini provenienti dalle aree balcaniche attraverso il confine serbo. In realtà usare il termine muro è improprio e fuorviante, trattasi nello specifico di una semplice rete metallica di filo spinato presidiata da forze militari come dovrebbe essere ogni confine nazionale. Un paese sovrano come l’Ungheria ha decretato che attraversare questo muro o rete di contenimento senza i relativi permessi rappresenta da qualche giorno un crimine punito fino a tre anni di reclusione. La propaganda buonista in Italia ovviamente condanna ferocemente il governo ungherese, al pari di come stanno facendo alcune istituzioni internazionali tipo l’ONU e parte dell’Unione Europea, quest’ultima entità astratta che può essere considerata come la causa primaria di quanto sta accadendo attorno ai suoi confini, volutamente non presidiati per ragioni di cui abbiamo parlato in altri post.
Si è arrivati a paragonare l’Ungheria alla Germania Nazista per innalzare il tono della conversazione e porre in cattiva luce questa nazione europea che si comporta da sovrana sul proprio territorio, proprio come dovrebbe essere. Stando ai vari giornalisti buonisti e commentatori di sinistra, questo muro è una vergogna per l’intera umanità e per le vicende che caratterizzano quest’epoca infelice. Peccato che sia solo questo muro che scandalizza così tanto, nessuno infatti si sogna di contestare o mettere in discussione il muro che ha alzato Israele nei confronti della Cisgiordania (un tempo provincia siriana), un muro di cemento cinque volte più lungo di quello ungherese, con la differenza che quello israeliano non è una rete metallica ma una invalicabile barriera di cemento. Stranamente tale muro trova il consenso di tutta la propaganda buonista, anzi si è arrivati a ribattezzarlo con il termine di barriera di sicurezza, mentre quello ungherese è stato definito il muro della vergogna anche se di fatto stiamo parlando di una reticolo metallico. Costruire muri, protezioni e cercare di difendersi fa parte della natura di ogni essere animale, essere umani compresi, pensiamo solo a quanti animali lo fanno quotidianamente con vari espedienti al fine di sentirsi protetti da chi è da loro diverso: è naturale cercare difesa quando si viene aggrediti o si teme per una potenziale aggressione o pericolo.
In rete è pieno di filmati che mostrano come la censura mediatica occidentale abbia operato in questi mesi per evitare di far vedere chi sono veramente i clandestini che adesso sono stati battezzati migranti economici. Su uno degli ultimi servizi giornalisti che ho visto, la reporter parlava di profughi in fuga dal loro paese, citando il Pakistan, la Nigeria, il Bangladesh: peccato che in nessuno di questi paesi via sia in corso una guerra civile. Se fossimo in un altra epoca staremmo già in pieno conflitto civile, tuttavia grazie ad un instupidimento globale reso possibile dai social network e da una educazione e formazione scolastica ormai aberrante, il livello di autocoscienza medio delle persone si è notevolmente abbassato. Abbiamo compreso che questi flussi di immigrazione clandestina servono all’Unione Europea per rafforzarsi demograficamente consentendo in questo modo la sostenibilità finanziaria di tutti i propri sistemi di welfare e retirement. Gli USA per chi non lo sapesse gestiscono il tutto con la Green Card Lottery conosciuta ufficialmente con il termine di Diversity Immigrant Visa Program istituita nel 1990 con l’Immigration e Nationality Act. Sostanzialmente si tratta di una vera e propria lotteria che assegna a caso un numero massimo di 55.000 permessi di residenza permanente a immigrati provenienti da paesi con un basso tasso di immigrazione nei confronti degli USA stessi.
Gli USA non possono essere considerati come l’Europa, in quanto trattasi di una nazione giovane (se rapportata ad altre) che è nata ed ha preso forma proprio con l’immigrazione di risorse umane da altre parti del mondo essendo stata una terra vergine poco abitata (tralasciando il vergognoso sterminio indiano). Nonostante questo ancora ad oggi è il paese in cui le tensioni e le differenze razziali e sociali sono tre le più acute e problematiche di tutto il mondo. Nemmeno gli USA tuttavia sono sono stati cosi folli da rilasciare mediante lotteria il visto a chiunque, vi sono immigrati di alcuni paesi che sono considerati non eligibili ovvero non possono in ogni caso partecipare all’estrazione a sorte della Green Card. Tra queste nazioni troviamo ad esempio l’Etiopia, l’Egitto, la Nigeria, il Pakistan, il Bangladesh, la Colombia e cosi via: la lista di questi paesi varia nel tempo a seconda delle guide linea del Dipartimento di Stato. Quindi anche nei confronti di coloro che grazie alla sorte potranno entrare negli USA con un regolare permesso di residenza, l’America attua una selezione sulla base di criteri sia statistici che demografici. Da circa un anno invece l’Unione Europea ha voluto varare un programma molto più audace e conveniente (tuttavia senza alcuna legittimazione) incentrato sulla condotta del Just Come, Then Enter ossia il primo che si presenta sui nostri confini da clandestino entra senza difficoltà e ottiene una serie di benefici economici a discapito di chi invece decide di entrare per vie legali e spesso molto costose: alcuni l’hanno battezzata Lotteria Sodomia.