Tra vent’anni oltre il 60% dei mestieri e professioni di oggi sarà obsoleto o addirittura inutile, un’intera trasformazione all’economia in senso tradizionale ci attende, mutazione resa possibile grazie alle nuove tecnologie digitali ed alle loro innumerevoli interazioni. Tutti i settori saranno colpiti, persino l’agricoltura con l’utilizzo dei droni per le attività di supervisione e di bonifica dai parassiti. Tanto per fare un esempio, il taxista sarà presto un dinosauro o forse dovremmo dire un morto che cammina, non appena saranno disponibili le Google Car. La chiami e prenoti con la tua app sullo smart phone, quando arriva digiti la località in cui vuoi andare, paghi in anticipo con il NFC del tuo smartphone la tratta stradale e mentre l’auto viene guidata dal satellite a destinazione, ti godi l’interazione con tutte le sue altre applicazioni all’interno dell’abitacolo. Il costo del servizio di trasporto probabilmente si decimerà, in sostanza pagherete dieci volte di meno rispetto adesso, in quanto l’auto sarà elettrica e senza conducente, pertanto niente incidenza sulla tariffa del costo del personale e del carburante tradizionale. Ne beneficeranno praticamente tutti, più convenienza economica per l’utente finale, snellimento dei trasporti pubblici, miglior qualità dell’aria, meno traffico, città più silenziose, problema parcheggi sparito. Ci guadagneranno tutti, tranne uno: il tassista ovvero colui che oggi guida un taxi o ha una licenza di taxi.
Avete visto che cosa sta accadendo con il servizio di Uber, basta aspettare, massimo dieci anni e vi ricorderete di questo post. Come dicevo in apertura tutti i settori economici vitali muteranno forma e consistenza. Di sicuro quello che subirà maggiormente la nuova rivoluzione industriale sarà il settore dei servizi bancari e tutte le sue varianti accessorie. Già quest’anno avrete un assaggio della portata dei cambiamenti che attende l’intera industria del risparmio gestito. Entro qualche mese andranno a regime le quotazioni di borsa dei più grandi fondi comuni di investimento propagandati dalle maggiori investment house. Successivamente si accoderanno anche i gestori che amministrano masse più contenute in termini di volumi. Significa, per rendere pratico il tutto, che potrete sottoscrivere un fondo comune di investimento semplicemente acquistandolo sul mercato di negoziazione in cui sarà trattato, per l’Italia sarà il Segmento ETF Plus, senza essere quindi più obbligati a passare tramite la banca collocatrice o il promotore finanziario, i quali solitamente caricano le vostre sottoscrizioni di commissioni di ingresso e/o smobilizzo per remunerare la loro attività. Si tratta di una bomba ad orologeria per tutte le reti di promozione finanziaria.
Potrete infatti acquistare il tal fondo obbligazionario o quel fondo multi-asset proprio come se fosse un’azione dell’Enel o un ETF sull’indice della borsa italiana. La novità per I piccoli investitori e risparmiatori non è riconducibile esclusivamente alle nuove modalità per effettuare l’investimento, bypassando quindi promotore e operatore di sportello bancario, ma anche ai notevoli vantaggi economici che si andranno a conseguire, infatti l’acquisto delle quote di un fondo comune di investimento verrà equiparato all’acquisto di una qualsiasi titolo azionario e pertanto gli oneri di negoziazione applicati saranno medesimi (senza tuttavia l’applicazione della Tobin Tax). Questo significa che quando si andrà a regime, utilizzando una banca online specializzata nei servizi di trading online, potreste pagare ad esempio 10 euro per sottoscrivere (attraverso acquisto diretto in borsa) un controvalore di euro 100.000 in quote del tal fondo di vostro gradimento. Inutile sottolineare come nei prossimi anni assisterete alla fine (professionale) della maggior parte dei promotori finanziari, forse una minuta percentuale di loro sarà in grado di riqualificarsi in consulenti fee-only, tuttavia se non lo hanno ancora fatto negli anni prima ora si può dire che sia troppo tardi per muoversi.
Inoltre i fondi che saranno quotati godranno di un onere di gestione decisamente più contenuto rispetto a quelli che continueranno ad essere collocati in parallelo solo per tramite dei canali tradizionali (promotore e sportello di banca). Questo contribuirà a migliorare nel medio e lungo termine anche le performance complessive dei portafogli che saranno costruiti sugli obiettivi e le propensioni di rischio che ogni piccolo investitore cercherà di conseguire. Assisteremo ad un lento e progressivo cambiamento di tutta l’industria del risparmio gestito. Lentamente anno dopo anno, tutto il settore bancario si vedrà sfilare via miliardi e miliardi di masse gestite che verranno intercettate da nuove società di gestione e di consulenza finanziaria indipendente. Chi si rietiene un gestore dinamico e non convenzionale sfrutterà a proprio beneficio ed a quello della propria clientale le caratteristiche di gerontocrazia che contraddistinguono le governance di quasi tutte le grandi banche italiane ancora miopi al nuovo salto quantico che attende tutta l’industria del risparmio gestito. Da questo punto di vista mi sto ri-organizzando per partecipare a questo mutamento di mercato e coglierne le fenomenali opportunità che ci saranno nei prossimi anni. Alla fine anche i promotori e molti mediocri private banker si ritroveranno a far compagnia ai tassisti, condividendo con loro i rimpianti del passato ed ostracizzando il nuovo che avanza.