Come in più occasioni commentato, studiare economia significa approfondire primariamente la demografia e l’evoluzione delle composizioni demografiche di nazioni e macro aree geografiche in quanto gli esseri umani a seconda della loro età e stato sociale rappresentano il principale motore di crescita economica. In seconda battuta dopo la comprensione delle dinamiche demografiche cha caratterizzano le popolazioni dobbiamo apprendere le dinamiche che spostano merci e prodotti sull’intero pianeta e quindi sul piano pratico la logistica dei trasporti. Il nostro pianeta è stato denominato Terra tuttavia sarebbe stato più sensato chiamarlo Acqua visto che il 70% della superficie è coperto da mari ed oceani. Proprio questa considerazione ci deve far comprendere che nonostante la Pedemontana in Italia e la Nuova Via della Seta voluta da Xi Jinping, otto merci su dieci nel mondo transitano via mare. Rappresentando in percentuale la composizione di queste transazioni marittime, scopriamo che 1/3 è costituito da petrolio e suoi derivati, un secondo terzo da tutte le altre materie prime industriali (carbone, alluminio, rame) e dalle soft commodity (caffè, cacao, zucchero, grano e cosi via) ed infine l’ultimo terzo da prodotti finiti destinati per la maggior parte al pubblico retail (televisori, calzature, giocattoli, vestiti e simili). Alla fine del 1200 fu Marco Polo, considerato il più grande esploratore di tutti i tempi, a comprendere la grandezza e l’importanza dell’Asia nei traffici mercantili dell’epoca. Ancora ad oggi infatti l’Asia riveste un ruolo chiave nella comprensione della logistica dei trasporti marittimi mondiali. Oltre il 40% delle merci scaricate e caricate nel mondo ha origine e destinazione in questa area geografica del pianeta: a grande distanza si situano il Vecchio ed il Nuovo Continente con appena un 20% ciascuno.
Ad essere precisi gli USA caricano più merce di quella che scaricano, mentre per l’Europa avviene il contrario. Ultime troviamo l’Africa e l’Oceania che caricano merce per il 10% del traffico mondiale, sostanzialmente materie prime industriali e soft commodity. Vi sono centinai di rotte mercantili via mare, tuttavia concentrandoci su quelle a lungo raggio possiamo identificare due direttrici principali: Rotterdam/Singapore e Rotterdam/San Francisco. La prime inizia dal porto di Rotterdam, entra nel Mediterraneo da Gibilterra, prosegue sino al Canale di Suez, ed arriva al Porto di Singapore transitando dallo Stretto di Malacca; la seconda attraversa l’Atlantico, passa per il Canale di Panama ed arriva lungo la Costa Pacifica degli USA al Porto di San Francisco che sino alla fine del XIX Secolo era il porto più grande del mondo. Ovviamente vi sono innumerevoli altre rotte secondarie di breve raggio che uniscono aree strategicamente rilevanti per la logistica delle merci ad esempio il Porto di Genova con il Porto del Pireo. Può essere educativo comprendere dove si trovano e quali sono in questa epoca i porti più grandi del mondo: la grandezza di un porto si misura in TEU acronimo di twenty feet equivalent unit ossia la misura standard di volume nel trasporto di container (circa 40 metri cubi). Pertanto una unità di TEU possiamo codificarla per semplicità come un singolo container. In pole position troviamo un porto cinese o meglio un hub portuale, Ningbo-Zhoushan, nato dalla fusione delle infrastrutture portuali di Ningbo e Zhoushan, che nel 2012 ha sottratto il primo podio al Porto di Shanghai per tonnellaggio complessivo con oltre 30 milioni di TEU, tale primato è reso possibile anche grazie alla posizione strategica in prossimità dell’estuario del Fiume Azzurro (Yangtse), il fiume più affollato in navigazione al mondo: proprio su questo fiume più a monte è stata realizzata la Diga delle Tre Gole.
Questo porto convoglia il potenziale economico della ricca provincia di Zhejiang (con capitale Hangzhou) e di quelle confinanti Al secondo posto troviamo appunto Shanghai che geograficamente è situata nel medesimo bacino di influenza portuale portuale. Un quarto delle merci del mondo transita per questi due porti cinesi. In terza posizione troviamo il porto di Singapore, in quarta il Porto di Rotterdam, il più grande d’Europa ed anche il più grande al mondo sino al 2005 (tuttavia continua a mantenere il primato mondiale di porto con la più elevata quantità di tipologie di merci scambiate), ed infine in quinta posizione ancora un porto cinese, quello di Tianjin, situato in prossimità della foce del Fiume Haihe, nella Cina Settentrionale. Questo ultimo porto riveste una importanza strategica superiore agli altri hub cinesi visto che rientra nell’ambito gravitazionale di due distretti strategici appositamente voluti dal Governo ossia il BNA ed il TEDA. Il primo, acronimo di Binhai New Area, è una SEZ ossia Special Economic Zone destinata a replicare il successo di Shenzen, aziende come Motorola ed Airbus vi hanno impiantato un loro centro produttivo, mentre la seconda, il TEDA, acronomo di Tianjin Economic Technological Development Area, rappresenta una delle principali free market zone della Cina ed il primo hub tecnologico attrattore di investimenti esteri di tutta l’area pacifica. Pertanto per riassumere, nelle prime cinque posizioni abbiamo quattro scali mercantili asiatici, di cui tre cinesi. Possiamo desumere ulteriori informazioni analizzando il ranking delle prime cinque grandi compagnie marittime al mondo (container shipping company) che si occupano di movimentare i containers in tutto il pianeta.
Al primo posto indiscusso troviamo la Moeller Maersk, il gruppo danese con sede a Copenaghen, fondato nel 1904 dal capitano danese Peter Maersk Moller e suo figlio Arnold Peter Moller. Le sue navi container dalla tipica livrea azzurra sono famose per essere battezzate con nomi femminili, le più avvistate e fotografate sono quasi sempre la Emma e la Madison. La compagnia ha una capacità complessiva con la sua flotta di cargo di 3.250.000 TEU. Al secondo posto troviamo finalmente un vanto italiano, la MSC, Mediterranean Shipping Company, fondata a Napoli nel 1970, ma oggi con base in Ginevra: l’assetto proprietario è riconducibile alla famiglia del suo fondatore, il Capitano Gianluigi Aponte. Molto conosciuta anche la divisione che si occupa delle crociere, la MSC Cruises. Anche le navi di MSC sono caratterizzate da nomi di donna. Al terzo posto troviamo la francese CMA-CGM con sede a Marsiglia, nata dalla fusione di Compagnie Generale Maritime (CGM) e la Compagnie Maritime d’Affretement, con una capacità complessiva dell’intera flotta di 2.165.000 di TEU. Le sue navi sono battezzate con il nome di personalità maschili del passato come Vasco Da Gama, Marco Polo o Benjamin Franklin. Al quarto posto troviamo la COSCO, acronimo di China Ocean Shipping Company, con sede a Pechino ed interamente detenuta dal governo cinese, arriva ad una capacità complessiva della sua flotta con 1.600.000 TEU. Infine al quinto posto troviamo la taiwanese Evergreen Marine con quasi un milione di TEU, si contraddistingue per avere tutti i suoi container colorati sempre di verde. Molto probabile che entro il prossimo decennio i cinesi si posizioneranno in testa alla classifica sottraendo definitivamente la leadership proprio agli europei.