Nella storia del cinema italiano agli inizi degli anni settanta una straordinaria commedia, Polvere di Stelle, interpretata dal grande Alberto Sordi narrava le peripezie fortunate e sfortunate di una compagnia teatrale di avanspettacolo che tentava di sbarcare il lunario durante la seconda guerra mondiale, in concomitanza dell’occupazione italiana da parte dell’esercito americano. Il sogno di raggiungere la notorietà ed il successo a cui aspirano i protagonisti attraverso una tournee stravagante si trasforma purtroppo in una effimera e amara illusione. La stessa che avranno milioni di risparmiatori italiani nel tentativo di riassestare maldestramente all’ultimo minuto parte del loro portafoglio a fronte di quello che sta emergendo in termini di rischio finanziario per il nostro paese.
Sono centinaia e centinaia le e-mail che mi arrivano in questi giorni chiedendomi dove e come si può comprare oro fisico, con il prezzo che ormai ha abbondantemente superato la soglia dei $ 1800 per oncia: nessuno di loro è disposto a riflettere su quello che sta richiedendo ovvero acquistare metallo giallo dopo che da anni non ho fatto altro che consigliarlo. Dal punto di vista giornalistico sono interessanti anche le richieste di come aprire un conto in Svizzera e depositarvi franchi svizzeri nell’intento di proteggersi da sempre più probabili manovre di prelievo coatto sulle giacenze bancarie da parte del Governo in Italia. Anche qui mi viene da sorridere pensando ai poveri illusi che vogliono cambiare l’euro contro il franco svizzero quando il rapporto di cambio ormai è prossimo alla parità, quindi assolutamente non conveniente.
Inoltre permane ancora l’illusione che la Svizzera possa essere un paese in grado di dare una qualche sorta di protezione è, sine ulla dubitatione, ormai fuori luogo. Le banche svizzere possono proteggervi solamente se avete depositi che non rispettano la legislazione sul monitoraggio fiscale italiana, in buona sostanza ha senso aprire un conto in Svizzera solo se il deposito non è dichiarato in Italia e quindi lontano dagli occhi dell’Agenzia delle Entrate, il che espone il piccolo risparmiatore ha ingentissimi rischi e sanzioni, oltre a svariati reati. Personalmente sconsiglio nella maniera più assoluta di effettuare queste tipologie di deposito. Sul piano fiduciario le banche svizzere non sono più tanto credibili, il caso UBS ha fatto storia, inoltre molte di loro hanno una situazione patrimoniale ben peggiore di quella di grandi banche italiane.
Continuo a dirvelo e scriverlo: se volete un pezzo di carta sicuro compratevi un titolo di Stato norvegese, ma anche per questo è ormai troppo tardi. Non dimentichiamo comunque che il mercato azionario, attuale termometro dello stato di crisi, sconta probabilmente al momento lo scenario peggiore: in questi termini pensare ad una selettiva attività di stock picking nei confronti di alcuni titoli azionari, con i prezzi ai minimi storici, che hanno rendimenti (yield) attraverso il flusso di dividendi attesi di oltre il 6/7% possa essere preferita alla detenzione di titoli di stato, che rappresentanoquote di debito di dubbio rimborso nel medio/lungo termine. Non sono casuali a riguardo i limiti imposti dalla Consob alle vendite allo scoperto e i repentini congelamenti delle quotazioni nei confronti dei titoli bancari: segno evidente che non si vuol far scendere ulteriormente i livelli di prezzo di determinate grandi aziende italiane.
Non parlo poi delle sconsiderate composizioni di portafoglio che hanno la maggior parte dei risparmiatori italiani ancora ad oggi, nonostante quello che è accaduto dalla scorsa estate nessuno ha provveduto a ristrutturare il proprio dossier titoli, la maggior parte dei quali sono ancora sono composti solo da governativi italiani. C’è chi dorme sonni tranquilli avendo in pancia solo un BTP o un CCT di centomila euro e sogna la fortuna come Mimmo in Polvere di Stelle, quando sono mesi e mesi che consiglio di prendere posizione attraverso fondi flessibili oppure obbligazionari dinamici. Oggi è inutile comunque nascondersi, l’illusione ormai è svanita, ci aspetta il conto per come abbiamo vissuto e per come abbiamo amministrato la cosa pubblica, tanto in Italia quanto in Europa: prima familiarizzeremo con questo concetto e le sue possibili conseguenze e prima saremo mentalmente e finanziariamente preparati a quello che ci accadrà.