Sapete per quanto tempo l’Italia continuerà ancora a reggersi finanziariamente sui conti pubblici, prima che arrivi la Troika proprio come è accaduto in Grecia ed in Spagna qualche anno fa ? Ne avremo ancora per qualche anno, esattamente fino alla fine del 2019, quando per quella data scadrà il mandato di Mario Draghi, il quale state certi sarà sostituito da un falco tedesco: il mandato del Governatore della BCE dura otto anni. L’immagine di questo post si commenta da sé: osservate con che sguardo disprezzante il Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, guarda il Governatore della BCE. Inutile nascondersi, la periferia europea, l’euro, i titoli di stato che avete in portafoglio esistono e valgono ancora qualcosa proprio grazie alle esternazioni ed all’operato di Mario Draghi in questo ultimo triennio. Se fosse stato per i germanesi adesso saremmo finanziariamente oppressi da qualche anno e forse già da tempo sarebbe in circolazione il G-Euro ossia il famoso euro di serie B concepito per sostenere le economie europee più deboli. Se qualcuno se lo ricorda proprio Schaeuble la scorsa estate durante la crisi greca aveva ipotizzato sia il G-Euro che addirittura l’uscita provvisoria della Grecia per un periodo di quarantena finanziaria di cinque anni. Non sono sparate velleitarie, i germanesi ragionano così e così vorrebbero che fossero le cose in Europa. La guida di Draghi ha contenuto questo approccio metodico nella risoluzione dei momenti di crisi macroeconomica, tanto che oggi sappiamo come in seno al board della stessa banca centrale molte decisioni strategiche non vengono più prese all’unanimità o senza elevata conflittualità tra i vari componenti.
Draghi ha sedato la crisi del debito sovrano europeo nel 2012 con le famose parole “faremo tutto quello che serve per salvare l’euro” consentendo in pochi mesi un recupero rilevante delle quotazioni dei titoli di stato europei e cosi facendo si sono abbassati gli oneri finanziari per l’indebitamento aggregato pregresso. Per questo è stato premiato come Man of the Year nello steso periodo tanto dal Time quanto dal Financial Times: state certi che non è facile per un giornale inglese accettare di rilasciare questo premio ad un italiano ! Se non ci fosse stato Draghi nel 2012, i titoli di stato italiani come minimo avrebbero subito un haircut sugli interessi o peggio si sarebbero visti allungare la loro vita prima del rimborso. Sempre Draghi ha rettificato recentemente il tiro con il QE che è stato varato nel 2015, salvando lo scorso anno l’industria bancaria europea e soprattutto quella italiana dal burrone a cui si era avvicinata, ridefinendo le modalità di trasmissione della politica monetaria in Europa. Da Aprile 2016 infatti i tassi di interesse negativi sui depositi spingeranno le banche commerciali a erogare credito tanto a famiglie quanto a piccole e medie imprese, potendo confidare proprio sull’estensione degli acquisti del QE nei confronti dei bond corporate emessi dalle grandi aziende industriali. Ringraziamo sempre Mario Draghi se abbiamo scoperto quanto farlocche erano le quotazioni di banche non quotate che fino a qualche anno fa esaltavano maliziosamente le loro valutazioni.
In Veneto circa duecentomila soggetti (imprese, famiglie e privati) hanno visto azzerarsi il valore delle azioni di banche storiche del territorio come Veneto Banca o Popolare di Vicenza. Se non ci fosse stato Draghi ad imporre la road map per l’unione bancaria dal 2012, obbligando pertanto queste banche venete alla vigilanza e controllo in capo alla BCE, state certi che queste stesse banche avrebbero continuato impunite il loro modus operandi, spendendo la favola che loro erano diverse rispetto alle altre banche concorrenti e con presunzione trascinando qualche altro centinaio di migliaia di ignari nuovi azionisti pronti a cadere nella rete della mattanza. Senza Draghi il numero di persone coinvolte e danneggiate patrimonialmente potrebbe essere stato di trecentomila o più, questo solo in Veneto. Non prendetevela con la BCE se le azioni della vostra banca non valgono più niente, ma con chi avete sempre approvato con ieratica accondiscendenza durante le varie assemblee degli azionisti. Se queste banche fossero state sotto la vigilanza della BCE sin dal 1999 state sicuri che sodomie finanziarie di questa portata non si sarebbero mai viste. Sempre grazie a Draghi è stato possibile imporre una riforma al circuito del credito cooperativo in Italia, un circuito di piccole e deboli banche legate ciascuna al proprio territorio con tuttavia caratteristiche di solidità e capienza patrimoniale molto discutibili o in taluni casi addirittura inadeguate a reggere i nuovi rischi di mercato. Ringraziate Draghi per la messa a regime del bail-in: finalmente d’ora innanzi qualcuno pagherà per i propri sbagli, anche il correntista che non avrà l’occhio vigile sull’operato della sua stessa banca.
Basta con la formula di salvataggio, assolutamente poco etica, per cui ogni errore di gestione imprenditoriale viene scaricato impunemente sulla fiscalità diffusa. Molti lettori soprattutto quelli che vedono in quasi tutte le istituzioni europee una sorta di avversario da abbattere o denigrare, non gradiranno il tono di questo post e le esternazioni in esso contenute. Tuttavia proprio dall’analisi a posteriori di quanto successo in questi ultimi cinque anni sul piano finanziario mi rendo conto che se non avessimo avuto Draghi, noi italiani l’avremmo pagata molto cara, ci ritroveremmo infatti con un’Italia molto più compromessa di come lo è oggi. Personalmente ho molto timore per il dopo Draghi, lo so che abbiamo ancora più di due anni, ma passeranno anche molto in fretta. Per quella data infatti potremmo assistere ad una stabilizzazione di tutto il comparto bancario, un inizio di rialzo dei tassi, una ripresa di Cina ed emergenti, un rialzo del prezzo delle commodity, tuttavia, a quel punto la BCE sotto la guida di un falco tedesco potrebbe generare conseguenze catastrofiche per tutta l’Unione Europea, cosa che abbiamo già visto con il mantra dell’austerity teutonica imposta a tutti gli altri paesi solo per volontà germanese, dimostratasi nel frattempo completamente fallimentare come exit strategy,. Il ritardo della BCE nell’intraprendere politiche monetarie espansive (leggasi QE), al pari di quanto fatto ad esempio negli States, nel Regno Unito o in Giappone, è dovuto proprio al dictat teutonico che ha sempre visto l’inflazione come il male supremo da cui prendere le distanze.