La crisi dei mutui subprime del 2008 ha creato le condizioni socioeconomiche per far nascere e crescere una delle più grandi e prestigiose aziende mondiali operanti nella sharing economy, vale a dire AirBnB. La società è nata ad inizio del 2008 da due studenti di San Francisco i quali per far fronte alle proprie debenze universitarie decisero di affittare alcuni posti letto all’interno della abitazione in cui erano in affitto. I letti vennero ricreati utilizzando degli airbed ossia dei materassini ad aria. Quell’idea scapestrata rappresenta la base del business model di AirBnB che all’inizio si chiamava airbedandbrekfast.com proprio perchè i letti erano rappresentati da airbeds. La crisi immobiliare del 2008 favorisce la diffusione ed il successo di AirBnB in quanto milioni di persone che si erano indebitate per acquistare la propria casa negli anni precedenti in pieno boom immobiliare, iniziarono ad affittare la disponibilità di posti letto all’interno della loro abitazione, soprattutto nel caso in cui avessero perso temporaneamente il posto di lavoro e necessitavano di entrate finanziarie per far fronte al pagamento delle rate mensili.
Fece altrettanto anche chi viveva in una città metropolitana ed aveva visto salire corposamente il livello degli affitti e pertanto affittando nel weekend un posto letto all’interno della propria abitazione poteva recuperare con facilità e senza particolari doti imprenditoriali diverse centinaia di dollari al mese per far fronte alle sue esigenze di vita. In pochi anni questo modello di business diede avvio ad una rivoluzione nella gestione degli immobili residenziali. Di fatto AirBnb iniziò a competere con le grandi catene alberghiere mondiali e con tutta l’industria alberghiera tradizionale trasformandosi di fatto nel primo broker mondiale di alloggi (lodging industry). Già nel 2012 ossia appena tre anni dopo la sua concezione imprenditoriale il numero di notti prenotate a livello mondiale arrivava a dieci milioni. Il piano di sviluppo di AirBnB sino alla fine del 2019 era faraonico: IPO da 30 miliardi dollari, lancio di una propria linea aerea, lancio di AirBnB Plus per abitazioni con più comfort di pernottamento, lancio di Beyond by AirBnB ossia un servizio di affitto di ville di lusso, acquisizione di HotelTonight, piattaforma leader nel booking albeghiero in stile lastminute ed infine un programma aggressivo di acquisizione societarie.
Poi è arrivata la Polmonite di Wuhan che ha messo in seria discussione il modello di business e soprattutto il futuro dell’azienda. Sono stati licenziati oltre 2.000 dipendenti pari al 25% della forza lavoro, ¼ dei dirigenti sono stati epurati, le prenotazioni sono crollate di un 40% ad un 80% a seconda della nazione in questione, i ricavi attesi per il 2020 sono più che dimezzati rispetto al 2019. L’IPO di 30 miliardi ora è stata sospesa, ma il suo valore è quasi dimezzato a 18 miliardi. La nuova crisi finanziaria del 2020 rischia paradossalmente di portare all’estinzione per sempre proprio AirBnB in assenza di un cambiamento radicale del suo modello di business. Distanziamento sociale e crollo del turismo lowcost decretano già oggi la fine terminale per dozzine di aziende che sono state regine incontrastate per decenni, pensiamo a riguardo al fosco e cupo futuro che attende Hertz o Ryanair. Proprio il business model di AirBnb ha creato le condizioni per una nuova bolla immobiliare in stile 2.0 dopo appena dieci anni da quella del 2008. Sono milioni in tutto il mondo le persone che si sono indebitate per acquistare o peggio costruire appartamenti da gestire in ottica imprenditoriale grazie alla piattaforma di AirBnB o sue simili.
Personalmente conosco chi si è addirittura riconvertito a livello professionale in property o room manager di properietà altrui utilizzando le varie room booking online platforms in stile Trivago, Expedia o Booking. Questo business model ho visto che ha proliferato in tutta Europa: dalla Germania a Malta, dalla Spagna alla Grecia. Terminata la pausa estiva assisteremo ad una valanga di default immobiliari in tutte le economie avanzate: non si salverà nessuno di quelli che si sono indebitati per gestire camere ed appartamenti con AirBnB & Company. La Polmonite di Wuhan metterà in crisi sistemica tutta l’industria alberghiera tradizionale e non convenzionale in quanto si modificheranno profondamente le esigenze e le priorità di viaggio: precedenza alla tutela sanitaria e per ultimo al budget economico. A questo quadro si deve aggiungere anche il ridimensionamento del traffico aereo a livello mondiale: sopravviveranno solo grandi compagnie aeree specializzate nei viaggi intercontinentali (quelli che generano più margine economico) e che possono contare su manodopera desindacalizzata ed approvvigionamenti di carburante fuori mercato. Ancora una volta, nonostante quanto già accaduto nel 2007/2008, si imparerà che l’immobile non paga sempre e comunque, ma rappresenta un investimento tangibile in taluni casi addirittura molto più rischioso di quello finanziario.