Durante i primi mesi del 2019 abbiamo visto il Bitcoin scendere sino a quasi 3000 dollari dopo un 2018 pesantemente negativo. A quel prezzo la discesa si è fermata soprattutto per ragioni più tecniche che macroeconomiche, infatti i venditori erano diventati sostanzialmente assenti, non vi erano più grandi importi di Bitcoin in vendita, segnale questo che non ha tardato a manifestare le sue conseguenze pratiche. Lentamente i prezzi si sono stabilizzati, la volatilità si è appiattita ed il denaro è iniziato a ritornare: sono arrivati infatti gli smart investors. Con questo termine si identificano gli attori economici che hanno deciso di avere una esposizione strategica di lungo termine sulla criptosfera. Tra la metà del 2017 e la metà del 2018 è invece entrato ed uscito lo stupid money, vale a dire gli illusi ed i disperati ossia tutte quelle persone che sono state indotte ad investire sulla base dell’emotività e dell’enfasi mediatica. Proprio l’uscita di scena dei primi e l’ingresso dei secondi ha dato una svolta all’intero mondo degli investimenti in asset digitali. Molto plausibile che entro due anni esisteranno strumenti finanziari innovativi ed anche regolamentati che consentiranno di investire con facilità all’interno di questo nuovo mondo finanziario parallelo e non regolamentato.
Che il 2019 sarà un anno caliente da questo punto di vista lo si percepisce già da tempo in quanto hanno iniziato a dimostrare il loro interesse diverse realtà finanziarie regolamentate operanti a livello globale. I tre drivers di mercato principali sono attribuibili alla sempre più attesa approvazione di un ETF in Bitcoin a replica fisica (forse alla fine di quest’anno), al lancio di una propria criptovaluta da parte di Facebook che sarà denominata Libra entro la prima metà del 2020 e dal dimezzamento delle rewards per i miners durante il mese di maggio del 2020 (tecnicamente questo fenomeno è definito halving). Molta enfasi mediatica è attribuita anche da prestigiose personalità della criptosfera che ritengono ormai superato il bear market che ha contraddistinto tutto il 2018. Se la corsa all’acquisto di Bitcoin pertanto sembra essere ripartita, ci dovremmo aspettare pertanto una maggior oculatezza da parte proprio del pubblico retail che è stato gabbato all’ultimo girobolla. Avrebbe senso confidare a questo punto che le persone comuni siano più avvedute sia nella modalità che nella tempistica di acquisto della criptovaluta più conosciuta al mondo. L’uso del condizionale appare ancora una volta un obbligo. La maggior parte dei piccoli investitori continua a farsi gabbare senza grandi eufemismi.
Se cercate in rete come investire in Bitcoin vi appaiono dozzine e dozzine di banners che pubblicizzano l’apertura di un trading account che facilita e semplifica tutte le tipiche difficoltà che incontra chi si avvicina per la prima volta a questo mondo parallelo. Sto parlando delle proposte per fare trading in Bitcoin, Ethereum, Ripple, Litecoin & Company mediante i CFD. Ora sull’argomento ho scritto e analizzato il tutto in varie occasioni facendo comprendere come questi strumenti (contract for difference) rappresentano un surrogato finanziario che è stato concepito esclusivamente per farvi perdere tanto denaro in poco tempo. Questo assunto viene riportato addirittura nel disclaimer che viene ostentato delle varie società finanziarie che propongono i conti di trading mediante l’utilizzo dei CFD. Tra l’altro la maggior parte di queste società che con ridondanza nauseante acquistano spazio pubblicitario per invitarvi ad aprire il conto presso di loro hanno quasi sempre sede a Cipro, Israele o Belize. Primo avvertimento: lasciate stare. Se volete investire veramente e realmente sulla criptosfera per avere i vostri Ethereum o Litecoin allora i CFD non vi servono assolutamente a nulla, in quanto per definizione non possederete mai tali criptovalute ma avrete una esposizione finanziaria con un surrogato finanziario che replica il prezzo di qualche criptovaluta: tale surrogato finanziario viene pertanto emesso da qualche società di dubbia nomea con sede in località che non godono di un elevato standing finanziario.
Le proposte che vengono infatti pubblicizzate puntano a colpire la suggestione di un piccolo ed ignaro investitore alle prime armi: infatti i CFD vi permettono di investire il denaro che non avete grazie al pericoloso effetto leva e di non preoccuparvi di pericoli e rischi come un inside job od il furto delle chiavi private per accedere al vostro wallet. Tali pericoli di fatto non sussistono con i CFD proprio perchè non esistono in sostanza i Bitcoin o le altre criptovalute che state acquistando. Per fare un esempio pratico: immaginate di acquistare diamanti fisici e successivamente di detenerli al sicuro nella vostra cassetta di sicurezza. In alternativa a questo potete anche acquistare un certificato cartaceo emesso da una società con una sede esotica che si impegna a garantirvi il controvalore in euro dei diamanti che avreste voluto acquistare in forma fisica. Secondo avvertimento: lasciate perdere. Se volete investire nella criptosfera dovete purtroppo iniziare a studiare il mercato e tutti i suoi rischi tipici soprattutto quelli legati ad un basso livello di sicurezza e protezione informatica che possono causare la perdita integrale di tutte le proprie dotazioni in criptovalute. Ovviamente le persone prese nella loro generalità intraprendono sempre la strada più semplice e veloce, possibilmente anche quella non costosa: per questa ragione cadono nella trappola dei CFD. La peculiarità stessa delle criptovalute dovrebbe spingervi ad investire direttamente solo in esse attraverso i canali ordinari della sola criptosfera (altcoin exchange oppure borderless payment platform). Terzo avvertimento: il 90 % degli investitori al dettaglio perde denaro a causa delle negoziazioni in CFD.