Quante volte avete letto o sentito dire che entro dieci anni la metà delle attuali professioni scomparirà o risulterà obsoleta ? La disruption revolution apportata dal passaggio alla digital economy dalla new economy è ritenuta essere una delle principali forze esogene che modificheranno profondamente il mercato del lavoro, mutando il modo di lavorare, di comunicare e di interagire tra le persone. Abbiamo già percepito alcuni di questi cambiamenti durante i primi mesi di pandemia da coronavirus di Wuhan: tuttavia stiamo parlando ancora di poca cosa rispetto ai grandi cambiamenti strutturali che connoteranno il mercato del lavoro. Abbiamo visto quanto ha impattato lo smart working, embrione del tele working, e di come abbia sconvolto la vita di milioni di persone che hanno dovuto adattarsi alle nuove guide lines aziendali per poter continuare a lavorare nel rispetto dei protocolli sanitari volti a garantire il distanziamento sociale.
Sarà l’automazione e la robotizzazione industriale che produrrà cambiamenti epocali al mondo del lavoro andando a polverizzare centinaia di milioni di lavoro in tutto il mondo entro i prossimi dieci anni. Le grandi multinazionali si stanno per questo già attrezzando per sostituire velocemente ogni operaio umano con un robot di ultima generazione, il quale apporta con sé tutta una serie di vantaggi anche in epoca pandemica come il rischio azzerato di interruzione della filiera produttiva per nuovi ed eventuali lockdown dei siti produttivi. L’era dei robot porterà con sé anche una nuova disoccupazione di massa trasversale, che colpirà indistintamente giovani ed anziani, uomini e donne, laureati o non laureati (dipende comunque dal tipo di laurea che si ha conseguito). Come verranno pertanto gestiti socialmente questi nuovi cambiamenti economici ? In passato si è sentito parlare della robot tax, lo stesso Bill Gates ne ha enunciato la possibile introduzione. Ma di che cosa si para nello specifico ?
Dobbiamo immaginare che molto presto un robot industriale, un taxi a guida autonoma, una cassa automatica in un supermercato avranno una propria personalità giuridica, un codice di identificazione fiscale ed un proprio conto corrente bancario. Provo a spiegare il tutto con un esempio pratico: una cassa automatica in un supermercato sostituisce un cassiere umano. Pertanto la sua adozione determina la perdita di un posto di lavoro per un essere umano che dovrà essere assistito finanziariamente per un tempo indefinito sino ad un suo prossimo nuovo impiego. Cosa che sarà sempre più ardua in un mondo destinato ad essere binario: o sei 1 o sei 0. Vale a dire che o sei capace di fare un lavoro che una macchina non è in grado di svolgere altrimenti sarai destinato ad essere un disoccupato sociale a vita a cui verrà riconosciuta una sorta di rendita minima sociale: in dottrina si parla già di Social Basic Income o Renta Basica Social. Attenzione che non ha niente a che vedere con quanto concepito in Italia dal M5S ossia il Reddito di Cittadinanza.
Come saranno ricavate le coperture finanziarie per tali ammortizzatori sociali ? Si dovranno istituzionalizzare i robot ed i dispositivi di automazione come se fossero persone giuridiche detentrici di alcuni diritti economici: nello specifico matureranno il diritto ad una retribuzione oraria: in giurisprudenza potrebbe essere varato il termine di persona virtuale per identificare giuridicamente un robot. Sul piano pratico significa che il supermercato che adotta una cassa automatica in sostituzione di una cassiera deve ogni settimana versare un corrispettivo economico prestabilito a livello nazionale per ogni ora di suo utilizzo. Ovviamente tale onere economico sarà più contenuto rispetto allo stipendio mensile da corrispondere ad una singola persona umana. Aziendalmente parlando rappresenteranno dei costi di robot d’opera (al posto della manodopera) che saranno deducibili dal reddito. Tale contribuzione sarà mensilmente erogata in favore della fiscalità diffusa la quale potrà sostenere finanziariamente in questo modo le rendite minime sociali in favore di chi perderà il posto di lavoro a causa di un robot o di un processo di automazione industriale.