Se analizziamo lo scenario politico a livello nazionale tra Spagna e Italia, possiamo individuare notevoli similitudini. Entrambe le nazioni hanno un premier con nomi e cognomi molto diffusi nei rispettivi paesi, almeno dal punto di vista anagrafico: Pedro Sanchez e Giuseppe Conte. Proprio come è accaduto in Italia la sinistra moderata si è alleata con la sinistra radicale pur di non far governare le destre. Anche in Spagna continua la saga mediatica sparata a 360 gradi della paura e ritorno del fascismo. Anche in Spagna è un continuo susseguirsi di notizie legate agli episodi di violenza machista e femminicidio: per chi non la sapesse Italia e Spagna sono in fondo alla classifica mondiale per violenze commesse nei confronti delle donne, ai posti alti della classifica troviamo generalmente nazioni islamiche come il Pakistan, nazioni anglosassoni come l’India, gli Stati Uniti o l’Australia o nazioni del Nord Europa come la Danimarca. Le maledicenze che si sono detti in passato il PSOE e Podemos sono le stesse che si sono dette il Partito Democratico ed il M5S. Pablo Iglesias, attualmente vicepresidente del consiglio in terra iberica, è l’alter ego spagnolo di Luigi Di Maio. Anche in Spagna il fronte conservatore è frazionato in tre forze politiche: Partito Popular, Ciudadanos e Vox, mentre in Italia abbiamo Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Anche in Spagna dietro a queste forze politiche principali vi è una pletora di micro partitini nati più che altro per mitosi di convenienza, più che per ideologia politica.
La Spagna è passata in appena tre decenni dall’essere una dittatura maschilista di destra ad una dittatura nazifemminista di sinistra. Quanto sta accadendo allo scenario politico in terra iberica è degno di significativa attenzione in quanto è molto probabile che anche in Italia arriveremmo ad un contesto socioeconomico e sociopolitico similare: già se ne inquadrano le avvisaglie. Tutta l’attenzione mediatica in Italia è assorbita dalla elezioni regionali di Calabria ed Emilia Romagna, pertanto la stampa nazionale non ha tempo in questo momento da dedicare ad una vicenda politica di notevole impatto: il pin parental proposto dal consiglio regionale della comunità autonoma di Murcia. Si dovrebbe tradurre in italiano con il termine di veto genitoriale e rappresenta una delle proposte politiche di impatto avanzate dal partito di destra denominato Vox, quest’ultimo nato in pochi anni per difendere la cultura e l’identità spagnola dalla aberrante ideologia progressista che vuole obbligare la popolazione spagnola ad istituzionalizzare il concetto di Genitore 1 e di Genitore 2 al posto di padre e madre naturale. Anche in Italia in passato abbiamo assistito a qualcosa del genere. Con questa finalità è iniziata da tempo nelle scuole spagnole una silenziosa e progressiva opera di indottrinamento per promuovere la diversità sessuale e l’uguaglianza affettiva mediante il ricorso massimo di opuscoli e documenti all’interno del sistema educativo adolescenziale.
Per farvi un’idea di che cosa viene insegnato nelle scuole infantili potete scaricare questo opuscolo denominato Mis Hijos, Mis decision (tradotto: sui miei figli, decido io) pubblicato da una associazione cattolica conservatrice denominata Hazte Oir (fatti sentire) che racconta come in pochi anni il sistema educativo spagnolo sia stato stravolto e riadattato per favorire ed assecondare le pressioni avute dalle lobby LGBT. Ovviamente tale associazione per la stampa nazionale di sinistra è una associazione fascistoide: esattamente come avviene in Italia, quando non la pensi come loro, sei un fascista. Il pin parental ossia il veto genitoriale proposto dal Consiglio Regionale di Murcia (governo di coalizione regionale tra il Partito Popular, Vox e Ciudadanos) rappresenta una misura tutelare che obbliga le scuole ed i collegi ad informare le famiglie di tutte le attività extra scolastiche, stabilendo il diritto per i genitori di ricorrere all’obiezione di coscienza ai sensi dell’articolo 27 della Costituzione Spagnola che garantisce ai padri il diritto di far educare i propri figli secondo le proprie convinzioni sociali e morali, ma soprattutto senza alcuna imposizione da parte del corpo docente.
Ovviamente l’attuale Ministro dell’Educazione (una donna laureata in filosofia scelta da Pedro Sanchez) ha dichiarato che ricorrerà alle vie legali per far decadere quando ha deciso il consiglio regionale della Comunità Autonoma di Murcia in quanto il pin parental lederebbe il diritto costituzionale di uno studente a ricevere una istruzione pubblica. Per far comprendere il clima di tensione politica che si sta vivendo in Spagna vi invito a leggere il botta e risposta via Twitter (solo in Italia i politici usano Facebook) tra Pablo Iglesias (Podemos) e Santiago Abascal (Vox) del 20 Gennaio scorso: il primo (Iglesias) sostiene che i suoi figli e quelli degli altri debbano crescere in libertà qualsiasi sia il loro orientamento sessuale, ricevendo una educazione che gli consenta di essere uguali, il secondo invece sostiene il diritto costituzionale di far educare i propri figli secondo le proprie convinzioni morali e religiose, senza dover accettare sommessamente le imposizioni illiberali della setta comunista a cui appartiene Iglesias, la quale si erge invece a detentrice della verità assoluta. Con questo link potete conoscere la connotazione politica di ogni comunità autonoma in Spagna a seguito delle elezioni di Novembre 2019. Italia e Spagna ormai sempre più simili, sia ideologicamente che socialmente.