Se hai più di quarant’anni ti ricorderai molto bene quando siamo passati da WebZero a Web1 e che cosa questo ha comportato per il tuo modo di vivere, comunicare, lavorare ed anche investire. Il WebZero è conosciuto anche come era della Old Economy, mentre il Web1 come era della New Economy: sul piano pratico verso la metà degli anni Novanta ha iniziato a diffondersi l’interazione sul world wide web grazie alle prime connessioni domestiche [con modem analogico a 56K] ed alla possibilità di ottenere piuttosto facilmente e gratuitamente una casella di posta elettronica. Fino a prima il massimo che potevi fare per comunicare velocemente ed inviare informazioni di qualche genere era il fax, il telegramma, il telefono di rete fissa o chi se lo poteva permettere un cellulare GSM di prima generazione [ricordiamo Ominitel n Italia], alcuni dei quali permettevano di inviare i primi SMS. Con il Web1 arriva la prima era di internet che facilita la ricerca di informazioni, l’interazione tra le persone [pensate ai primi forum finanziari online] ed anche la condivisione pubblica di parte della propria sfera personale [MySpace e Yahoo]. Con il tempo verso la metà del decennio successivo si sviluppa e prolifera la moda dei blog, nascono i primi social networks come Facebook e si diffonde anche l’e-commerce, ma sempre in modalità Web1 ossia login e password inserite da un pc desktop.
Nel 2009 un dispositivo di nuova concezione, lanciato da Apple, cambia per sempre tutto quello che avevamo conosciuto negli anni prima, mi sto riferendo all’iPhone, il quale impulsa la nascita del Web2. Quest’ultimo rappresenta di fatto una evoluzione del Web1 visto che semplifica la user experience e la modalità di fruizione del world wide web. Non vi è più bisogno infatti di un desktop computer per accedere alla rete, lo smartphone ci proietta nella Digital Economy, la quale conosce il suo massimo potenziale durante le restrizioni Covid durante il biennio 2020/2021. iPhone e tutti i device mobili prodotti negli anni successivi, clonando l’idea originale della Apple, mettono il turbo ad internet ed alla mass adoption, in particolare sui paesi emergenti ove la rete mobile si è sviluppata più velocemente di quella di terra a banda larga. Tutto cambia piuttosto velocemente: navigare, comunicare, lavorare e condividere contenuti di varia natura. La Digital Economy è talmente disruptive che i siti web sono progettati per ottimizzare al massimo la user experience in modalità mobile [che rappresenta ormai la principale modalità di fruizione dei contenuti sul web]. Cambiano anche le regole di ingaggio: dalla login statica con username e password si passa al login con il proprio account Google, Facebook, Twitter e cosi via.
Di fatto con il Web2 si semplificano l’accesso e la fruibilità dei siti grazie a dispositivi tecnologici innovativi: pensiamo solo per un momento che cosa significava uploadare una fotografia con il Web1. Prima dovevi fare la foto con una macchina fotografica [qualora fosse stata una reflex risalente alla Old Economy allora la dovevi anche scannerizzare per trasformarla in formato digitale], dopo la dovevi scaricare sul desktop pc, quindi caricarla in qualche piattaforma di condivisione sociale. Il tutto era una operazione lunga, laboriosa, tecnologicamente ostica per chi non fosse un geek. Con gli smartphone possiamo fare una foto e condividerla in tempo reale con pochi click: ciò che prima era poco agevole, diventa in poco tempo un ricordo del passato. Proprio come un device mobile di nuova concezione ha permesso il salto dal Web1 al Web2, anche il passaggio dal Web2 al Web3 sarà innescato da una nuova generazione di device mobili: stiamo parlando dei crypto phones, i quali daranno avvio alla Crypto Economy [Web3]. Sino ad oggi il mondo delle crypto currency è stato caratterizzato da un modesto livello di adozione a causa di ostilità tecnologica e difficoltà [oltre che paura] ad avvicinarsi al mondo dei crypto assets. Recentemente è stato lanciato il Saga Mobile [Solana Blockchain], il quale rappresenta un device disruprive tanto quanto lo fu l’iPhone nel 2009.
Il Saga permette infatti di semplificare tutta la tipica interazione con il mondo crypto: ad esempio consente di poter trasformare istantaneamente una fotografia scattata con il nuovo smartphone in un NFT [operazione di minting] da utilizzare nella crypto sfera; oppure permette di custodire le chiavi private del proprio wallet in modalità ibrida [ricorrendo anche al riconoscimento biometrico], in modo tale da poterle sempre recuperare anche in caso di perdita del proprio device. Un ulteriore esempio di evoluzione tecnologica sarà l’interazione dei principali social networks con i propri wallets per condividere pubblicamente le dotazioni personali di NFT, le quali accresceranno il prestigio e lo status sociale [oggi contiamo quanti likes ha un post, in seguito si conteranno quanti e quali NFT possiede un determinato profilo social per assegnargli una qualche valenza sociale]. Dalla Crypto Economy, lo step successivo sarà la Metaverse Economy, che rappresenterà una evoluzione degli attuali social networks in cui ognuno di noi avrà una presenza virtuale mediante un proprio avatar costituito da un NFT. Il Saga Mobile ha fatto da apripista, oltre ad esso possiamo anche segnalare il Nothing Phone, il Versu Meta oppure il HTC Exodus: sono tutti crypto phones concepiti per segnare l’avvento del Web3. Anche il nostro modo di investire muterà: entro dieci anni tutti avranno una allocazione satellitare di crypto assets all’interno del proprio patrimonio finanziario, proprio come 20 anni fa iniziarono a spopolare le commodity come investimenti alternativi. Chi ha la capacità di comprendere questa fase storica, è molto probabile che sarà in grado di comprendere quali saranno le prossime Crypto FAANG ossia quelle nuove aziende fintech in grado di realizzare elevate performance finanziarie in poco tempo, proprio come fecero le FAANG all’inizio del Web2.